martedì 28 aprile 2015

Riscatto - Silvana dg



Sono insonnia nelle notti del Drago
Dolcezza infinita a sterminare il mondo
Le urla mi chiamano a frotte
Mentre divoro un'alba senza candore

Livore d'autunno
Dentro scatole di primavera
Delusione cosmica
Di madri in attesa dei figli

Pietà senza risposta
Contenuta in preghiere volute
Dal peggiore dei mali
Nelle tragedie di resurrezione

Sono colei che ti implora
Dolce fine di odiate ossa
Riscatto a oltraggi antichi
Con amorevoli virtù di oggi

Che si compia il passo
Sia fatta la volontà

lunedì 27 aprile 2015

Sintesi - Silvana dg


                   Il giorno arriva
                   Si consuma
                   Se ne va

                   Poi la notte
                   Devota
                   Indomabile

                   Sonno
                   Insonnia 

                   Tic Tac inesorabili
                   Verso un nuovo giorno
                   Ancora

                   È questa la vita?


                   art levon-baghramyan




domenica 26 aprile 2015

Bombe innescate sui campi d'amore Silvana dg



Ci sono amori così 

Li riconosci subito 
Attrazione fatale
Non ti sai ribellare

Bombe innescate
Su un percorso minato
A ogni passo
Una linguetta strappata

Ma nello spazio
Tra due mine antiamore
C'è più di quello 
Che hai conosciuto finora 

Sono i più forti 
questi amori
La tenacia li tiene in vita
Ma sono distruttivi

Viene il giorno
Che li lasci andare
Spari sul campo minato
E lo fai saltare

Insieme all'anima
Che non avrà più pace

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art Mariarita Renatti

venerdì 24 aprile 2015

Pulp Night - Dinka



È notte. Laceranti colpi di tosse mi dicono che sono di nuovo sveglia. Ho qualcosa in gola che mi stuzzica, mi causa un senso di vomito. Mi alzo di botto. Questo qualcosa si muove dentro la mia bocca. Corro lungo il corridoio, al buio, piedi scalzi, penso che non arriverò in tempo. Vedo con gli occhi della mente il vomito schizzare dalla mia bocca in un arco perfetto e spiaccicarsi sulla porta del bagno. Il mio bagno. Con la porta scorrevole e il vetro sabbiato. Blocco il respiro nel tentativo di ricacciare giù quella cosa. Accelero. Mi ferisco una mano da qualche parte. Continuo a correre verso il bagno. "Me ne devo liberare" Penso.

Intravedo il chiarore della porta bianca su cui traspare la luce lunare che entra dalla finestra. Porto la mano alla bocca. Premo forte. Qualche cosa serpeggia nella gola e mi stuzzica le labbra, da dentro. Un piccolo urlo, più simile a un gemito, sfugge al mio controllo. E mentre la mia mente è in preda a spasmi sinottici nel tentativo di razionalizzare quello che mi sta accadendo, la "Cosa" urla a sua volta. Lo fa dentro la mia bocca, che istintivamente si serra. Appena oltre la soglia del bagno aziono l'interruttore della luce. Resto accecata nel primo lampo che mi carpisce gli occhi, strizzandoli. La 'Cosa' continua a far pressione, mi riempie la bocca adesso. Mi guardo allo specchio che ho davanti. Vedo le mie guance gonfie che si muovono oscenamente, gli occhi spalancati, il corpo teso. É una vista troppo grottesca, mi dico che di sicuro non sono sveglia, è un brutto sogno.

Intanto la cosa spinge, sembra crescermi in bocca. Sento un altro gemito, stavolta agghiacciante, e non so più di chi sia. Mio... Suo? Sono in preda all'angoscia. Mi giro, mi dirigo verso la tazza del water per farla finita. Non faccio in tempo. Sento qualcosa farmi leva, tra i denti. Le mascelle si spalancano di botto, si slogano, come una saracinesca divelta con un piede di porco usato da una mano esperta.

Il dolore che mi ha accecato si è sintonizzato sulle onde cerebrali più alte. Lo choc versa adrenalina a schizzi nelle vene. Il cuore pompa come una centrale elettrica a carbone. Mille pensieri sgomitano nella mia mente. Non è mica normale quel che mi succede! Sono abituata a combattere il nemico in un immaginario corpo a corpo, ma al di fuori di me. 
Girando le pupille in giù riesco a vedere cio che si sta riversando da quel che fu la mia bocca. È di un rosso così scuro e luccicante da sembrare più nero del nero. Informe. Pulsante. Scivola giù appoggiandosi al mio petto. Vorrei tanto strapparmelo di dosso, buttarlo via dalla finestra e chiudere tutto quanto ermeticamente. Ma sentimenti assurdi mi bloccano. Si .... sentimenti. Perché per quanto improponibile sia, quella cosa la sento mia, mi appartiene. Una sorta di Altra Parte che è stanca di rimanere rintuzzata, reclusa. Vuole luce. Se la prende. Mentre si compie questa specie di parto innaturale, fuori dalla finestra i primi cinguettii. Il giorno sta per rinascere. 
Resto ferma, affascinata da questa sorta di lumacone che mi svuota da ogni peso mentre viene fuori. Ho deciso di lasciarlo libero. Ho deciso di farlo vivere. Mentre toccando già in parte il pavimento comincia a prendere forma, ho l'impressione che mi guardi negli occhi. Qualcosa comincia a vibrare dentro il cranio e si ripercuote nel battito del mio cuore. Mi viene il sospetto che la 'Cosa' stia cercando di parlarmi. Ascolto con orecchi aguzzi le sillabe soffiate da una sorta di feto in veloce trasformazione, la forma simile a labbra. Onde cerebrali come tsunami forzano il sistema cognitivo del mio cervello. Il suono si ripete esasperante, come il ticchettio di una pendola gigante. Ad un tratto capisco, si sta presentando, mi sta dicendo il suo nome! Travolta dalla curiosità e da un'ondata di appartenenza verso quelle fibre che si contorcono cercando di affermare il proprio essere, compio uno sforzo supremo e con le ultime gocce di raziocinio raccolgo quelle parole divenute un'eco gigantesca nella mia testa. Piena di orgoglio, quasi fosse mia figlia, urlo al mondo intero il suo nome: 

R I B E L L I O N E 


Art Lotta van Droom

martedì 21 aprile 2015

Il nuovo giorno - Silvana dg




Nella guerra dei corpi
Già cominciata
Pozzi profondi di sconfitte
Urlano miseria e aberrazione

Il nuovo giorno
Del Nuovo Ordine
Distribuisce dubbi e sentenze
Dentro a neuroni già infetti

Nessun futuro
Tranne che il loro
Ti può aspettare
Se non imbracci le tue empatie

Riprendi la vita
Scegli i colori
Soffia sui vapori
Del libero respiro

Uomo!



Smalto ad acqua e colore ad olio del Maestro Francesco Mancini

venerdì 17 aprile 2015

Legendaria fu la Rhum...(ba) quella sera! - Silvana Di Girolamo




Passavano goliardiche le ore
Scorreva la serata con gli amici
Su quel banco sotto arcate maggiori

La lingua sul palato si arrotava
Tra sorsate felici e gaudenti 
Mentre labbra si schiudevano a un'ottava

I bicchieri schierati eran suadenti
Liquidità sconnesse e irriverenti
Traboccavano a iosa tra lingua e denti

Mimiche da teatro surreale
Gesti da manichini irriverenti
Talora un tantino dementi

Legendario fu anche il rutto di chi 
Per troppo gradimento
Si servì col tappo dentro

Scoppi di risate ...
A tradimento

_________
Art dal web

mercoledì 15 aprile 2015

Potere al pesto - Lou Malanova



M’era venuta voglia di pennette al pesto e stavo armeggiando per raccoglierlo dalla scodella e mischiarlo alla pasta. L’alieno accanto a me guardava curioso, seguendomi nei miei passaggi. A lui l’odore del pesto, o puzza che fosse, non arrivava: aveva questa specie di involucro plastico alla superficie che dava l’aspetto di un pezzo di carne impacchettato col domopack a tutti loro, e lasciava passare solo i gas; molecole aromatiche, neanche a parlarne. Senza di quello, avrebbero dovuto sviluppare antigeni per qualche miliardo di molecole, proteine e tossine distribuite ovunque nel mio ambiente terrestre; gli sarebbe venuto un coccolone che quelli di Roswell al confronto avrebbero battuto il record di sopravvivenza. Si sporse per guardare il fondo della scodella; sembrava perplesso. «Spreco?» domandai. Annuì, col movimento che facevano loro per annuire. Capii che anche loro erano stati lì lì per fottersi tutto. Gli buttai un’occhiata, poi mi rivolsi di nuovo verso la mia attività di rimescolamento. «Come avete fatto?» lui fece spallucce, ondeggiò. «Così?» insistei, e schioccai le dita. «Beh.. un pò più forte. Ihihihihih!!» ridacchiò, con una risatina schioccante fra la cicala e la iena ridens. «Non sarà… un pranzo di gala.» disse, con un lampo improvviso degli occhi.

Lou Malanova

MARLENE L'OCEANO - Giovanni Perri (aka Aguaplano GP)




Gli manca il moto vedi a questo fiume, gli manca, dici, la sua fluvialità:
così piangere e piovere hanno identico nome e tu sai cos'è il tempo
se hai nell'occhio l'umido di una cantina e un ballo che draga.
Vedi, Marlene, questo tuo albero si tiene a tutte le rive
e quando capita un sole tu brilli inconoscibili misure che salgono: 
ecco, nulla si perde: 
io non ho perso una parola, sai, e non ho perso te perdendoti 
non c'è imperfetto che tenga
e se penso con l'occhio io vedo foglie argentine che soffrono il vento e
ti sento, Marlene, come si sente l'acqua. 

lunedì 13 aprile 2015

Scavando fossi - Dinka



Cosa vuoi che ti racconti?
Della mia orticaria?
Della mia nausea 
davanti a un piatto di salmone
persino di insalata?
Vuoi che ti racconti dei miei graffi
Dei miei piccoli "incidenti" 
Di quel tic all'occhio che non va più via?

Di come stringe questo cappio
Senza uccidermi ancora ...

Ho un desiderio
Scavare un fosso
Seppellirmi dentro
Farmi coccolare dalle scure braccia 
Dalla madre terra
Sentire tutti i suoi segreti
Scaldarmi col suo calore
Scoprire quanto è dolce
Nel suo seno rimanere



domenica 12 aprile 2015

Sai ... - Silvana Di Girolamo


Certe volte sento un vuoto
Mi ghermisce e non so difendermi
Ti guardo tendermi la mano
E ti vedo come da lontano
La tristezza dei tuoi occhi mi scuote
Ma quel vuoto è più forte e mi chiama
Sai ...
A volte penso che il mio destino è amaro
Ma lo so che ci sei tu e non dovrei pensarlo
Perché ho avuto cose grandi
Ho avuto te che sei il mio tutto
Eppure non mi basta
E mi maledico
Sai ...
Non è colpa tua e forse neanche mia
Ma quel non volermi piegare a legami
Sembra stia tornando su
Da quel pozzo infernale in cui lo avevo scagliato
Credevo di esserci riuscita
Adesso non so che fare
Tranne che aspettare
Sai ...
Molte volte torno solo per te
Ma a volte mi fa tanta fatica
Non temere per me
Prima o poi ci riuscirò
A vivere questa vita
Sai ...

Sei il meglio che ho avuto e che ho


giovedì 9 aprile 2015

L'amore che si perde



Scompagino questa vita 
Strappo ore e settimane
Guardo le mie mani
Mentre tracciano parole

Avrei tante cose da dirti
Per il momento ti scrivo solo 
Ti amo

Gli amori non sono tutti uguali
Alcuni li devi prendere per mano
Altri corrono da soli
Ci son quelli claudicanti
Devi dargli una stampella
Infine c'è l'amore vero
Quello che ti fa soffrire
Anche mentre va tutto bene

Va tutto bene amore
Solo ogni tanto mi perdo
Troppo vasto è questo mondo
Vorrei vederlo tutto
Aspirarne i sapori
Dipingermi dei suoi colori
Morire in ogni dove

E va tutto bene anche di notte 
Quando sento tutti i respiri
Che non compensano il mio
La mia aura che si espande
E slabbra fuori dalla stanza
Sempre in cerca di qualcosa
Che di giorno non può avere

Al mattino quando si fa luce 
I miei occhi feriscono
Quel sole all'orizzonte 
Che penetra la stanza 

Ho solo voglia di girarmi
Far finta che sia ancora alba
Quel momento magico 
In cui tutto si incontra

Dove per un lungo attimo 
Sono dentro all'universo
E ti ritrovo

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Art collage by Billy Lee

mercoledì 8 aprile 2015

La mediocrità che uccide (contractors) - Silvana Di Girolamo

****
I cialtroni si alzano all'alba
Hanno regole precise
Su cui impalmano il loro credo
E pretendono di essere serviti



Sono convinti di essere liberi
Mentre realizzano i piani di altri
Marionette con proiettili ai polsi
A sostituire i soliti fili



Cavalcano tigri di paglia

Si investono col nome di eroi
Si fotografano con barbe e orecchini
Mentre impugnano piccoli poteri



Una sfilata di dementi

Venduti al miglior offerente
Vanagloria coltivata sul nulla
Bocche piene di verità adattate


Vermi che hanno messo le ali

Rinnegando di essere umani
Protettori di colletti bianchi
Con mani rosso scarlatto






E si credono pieni di coraggio

Armati dalle banche
Falciano da mezzi blindati
I soli e unici eroi



Quelli che lottano contro 
Chi ha occupato 
La loro libertà

martedì 7 aprile 2015

Quel che c'è ..... Silvana Di Girolamo




Si riaccende il colore del tormento
Negli occhi
Quelli belli da star male
Riflessi di mare 
Che non trovano quiete

Tagliano le ossa
Illividiscono le carni
Questi giorni
Di domande senza cuore
Di sbirciate spassionate
Su quel forse da volere

Una ruota che gira
Che forse fa finta
Ti abbandona sempre 
Sullo stesso punto 

Val la pena muoversi?
Mi fermo un poco ad osservare
Apro i sensi più profondi
Ascolto

lunedì 6 aprile 2015

A tutti quelli che mi trovano strana - Silvana Di Girolamo




Non ho niente di diverso da voi. Solo non sono allineata. Non per mancanza di ideali, piuttosto per la forza con cui li condivido. Mi stanno strette le etichette, le bandiere mi fanno soffocare, gli slogan mi disumanizzano, le divise mi danno l'allergia, i gruppi mi fanno orrore. Non tentate di ghettizzarmi, semplicemente non ci riuscirete. Io sono tutto, io sono niente. Io sono ciò che occorre nel momento del bisogno. Mi troverete sempre quando è necessario, mi vedrete sparire quando tutto sarà  finito. E vi dovrete rassegnare, non c'è niente che potete fare.
Quindi, per favore, non tentate di usarmi ne di strumentalizzarmi. So che mi odierete, alcuni già lo fanno, e tenterete di abbattermi perché quello a cui non potete mettere un guinzaglio vi fa paura. La libertà vi fa paura! Perché non la concepite, non la comprendete. La libertà è scelta continua, non fare i propri comodi. La libertà non è così bella come la descrivono i poeti, è un onere, un fardello, un continuo chiedersi e rispondersi. Perciò non mi invidiate, lasciatemi solo in pace, io non vi chiedo mai di che marca siete, ne' pretendo di etichettarvi, salvo a sbandierarla voi la vostra etichetta, che ne siate coscienti o meno. E ora dimenticatemi, non fate caso a me, lasciatemi in pace.

sabato 4 aprile 2015

Doppia copia - Silvana Di Girolamo




La vita a volte fa strani cerchi
Uno si aspetta che siano tondi
                                                I folletti 
                                                Sghignazzano nell'ombra
Ho ripreso il mio cuore
L'ho acchiappato al volo
Salvato (?) un'altra volta
Dall'infarto per amore

Dura convalescenza
Ne è rimasto troppo poco
Con quale cuore dovrò vivere
Se infine cederà?

Ti amo con furia devastante
                                                  La passione 
                                                  Nasce dall'incertezza?
Quel che non vuoi perdere 
Arde come brace
Così ti amo maledicendomi
Ogni volta che ti voglio

La vita è una malattia presa alla nascita
L'amore una conseguenza fatale

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foto Illavis Vuelle