Non questa volta. Questa volta non mi riusciva. Caldo o non caldo dovevo strizzare per benino le mie affumicate meningi e trovare uno straccio di ispirazione, non c’erano cazzi. Non avrei dovuto accettare la sfida, questo il vero problema. Non riesco a rendere, mi blocco se devo scrivere qualcosa a comando. Afferrai il mio inseparabile iPad, aprii la App delle Note e cominciai a digitare.
La Donnasauro si muove tra le pieghe del tempo
Non è influenzata dal mondo circostante
Per lei il tempo, l’ambiente, gli odori, i colori non esistono
Si muove in uno spazio dentro allo spazio della gente
Si nutre di quintessenze lasciate cadere
Respira aneliti sfuggiti da bocche inconsapevoli
Si veste di sbuffi di vapore esalati nel freddo della notte
Lei esiste, ma nessuno la vede
Si aggira negli interstizi dei sogni lasciati a seccare
Ogni tanto beve un sorso di risate
Poi riposa all’ombra di qualche lacrima d’amore
La Donnasauro vive di ascolto degli altrui pensieri
Gocce inconsapevoli
Che innaffiano l’arido piano di esistenza della sua terra
Immaginaria ma reale
Dove lei piange terrose lacrime di impossibile vita
La Donnasauro la trovi in ogni luogo vi sia insoddisfazione
Dove la vita batte con due cuori
Uno di coraggio, l’altro di viltà
Lei sta sempre sul confine
Dove raccoglie spurie di emozioni
Lasciate andare da chi non vuole lasciarsi andare.
Nessuno può incontrarla, nessuno può evitarla,
Tutti possono immaginarla
Ogni volta che spiccano un volo di consapevolezza.
Mi svegliai in un appiccicume di sudore. L’iPad si era scaricato e mi stava addosso come morto. Nella mente echi di sensazioni. Ma …allora? Mi alzai di scatto cercando il caricatore. Inserendolo al dispositivo attesi impaziente i primi segni di vita. Aprii le note …. nell’ultima pagina lessi: “Lei si muove, ma resta ferma”
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