sabato 1 novembre 2014

Nessuno sceglie di che morte morire di Silvana Di Girolamo - Sesta parte




Sono l'unico superstite di una guerra batteriologica perpetrata ai nostri danni......

< Lo spettacolo che si offriva ai miei increduli e desolati occhi era al di fuori di qualsiasi previsione. Prima andava tutto a meraviglia, il mio petto si gonfiava di orgoglio nell’ammirare la perfezione del meccanismo ben oliato quale era il nostro esercito. Un rarissimo esempio di efficienza ed obbedienza. E ora ...! Ora non riuscivo più a guardare quello scempio in cui si era trasformato. Tutto per quel liquido che rapidamente si rapprendeva. Non avevo mai visto nulla del genere. E quell'odore! >

Alle nove esatte, come tutte le mattine, la signora Lia Verruso, vedova Giambattista, scendeva le scale per andare a fare la spesa. Amava comprare gli ingredienti da cucinare freschi di giornata. Non riusciva a comprendere quelli che si armavano di auto capienti e andavano a fare la spesa per un'intera settimana, di certi articoli addirittura per un mese. Fare la spesa per lei era un gioioso piacere, la scelta uno per uno dei pomodori freschi, appena portati dallo scaro (mercato ortofrutticolo all'ingrosso), il profumo sprigionato dal mazzetto di basilico appena raccolto ... Nulla aveva eguali, a volte si saziava così tanto di quei colori, di quei profumi, che a casa non cucinava, rimaneva ad ammirare quel che aveva accuratamente selezionato dai suoi bottegai di fiducia. Li disponeva sul tavolo da cucina come un quadro, una natura ancora viva, e di tanto in tanto durante il giorno sostava per ammirarla. A sera buttava via tutto, ritenendo di avere contaminato ogni cosa guardandola troppo. 

Alle 10,15 era già di ritorno. Era stata così distratta al pensiero di quello che era accaduto quella mattina all’alba che aveva deciso di prendere solo delle uova per una bella frittatina con le patate. Si era messa in testa di indagare su quella faccenda e l’unico modo era chiedere direttamente alla vecchia, a costo di farsi cacciare via in malo modo, come era successo anche l’ultima volta. Decise di farlo subito, senza nemmeno lasciare la spesa a casa. Così si fermò sul pianerottolo del terzo piano e concentrandosi tentò di percepire se provenissero dei rumori dall’appartamento della signorina. Non si sentiva nulla. Non che fosse strano. Quella donna non aveva nemmeno il motorino elettrico per pompare l’acqua nei rubinetti. Sapeva che spesso staccava la corrente anche al frigo. Non possedeva nemmeno un boiler. Non guardava televisione. L’unica cosa che usava era una radiolina che ciabattava sempre insieme a lei per casa. 

Nessun rumore! Prese coraggio e si decise a suonare il campanello che però era staccato. Prese a bussare con le nocche della mano, dapprima timidamente. Poi insistentemente. Nessuno rispondeva. Prese la decisione di andare su a casa sua e cercare le chiavi che un giorno le aveva dato, quando si era presa una brutta influenza. Salendo le scale uno strano nodo allo stomaco la prese. Avrebbe voluto non possedere quelle chiavi. Ma subito si riprese, Lia Verruso non aveva timore di nulla! Aprì la porta di casa sua, sistemò velocemente la spesa, aprì il cassetto della credenza, ne scelse un mazzo di chiavi e fu di nuovo sulle scale. 
Bussò ancora un paio di volte mentre provava le serrature cercando le chiavi giuste per quella fortezza. Finalmente fu dentro. Le sue narici fremettero e si arricciarono. A tentoni entrò facendosi guidare da un filo di luce verso il quale si diresse, entrando così in cucina. Allora vide!


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