Edward Hopper, Woman in the sun, 1961 |
Lasciò la
stanza, e le finestre rimasero aperte, quasi che le tende volessero salutare il
suo passaggio. Sul letto c'era ancora quell'estate fatta di silenzi e zanzare
da scacciare via come i brutti ricordi. Padrona di nulla, neppure di quel corpo
che in tanti avevano avuto l'illusione di possedere. Padrona solo di un tempo
che non c'era mai stato, spazio aperto tra ciò che sarebbe dovuto essere e ciò
che non può esserci.
Come un amante
geloso, la notte la protesse dallo sguardo del mondo mentre era lì, a cercare
una risposta nel vuoto. Sospesa, dall'alto di un dubbio, guardava al passato
pensando al futuro. Il sonno tentò di abbracciarla, ma lei gli bruciò addosso
una sigaretta, e poi un'altra ancora. Era stata ferita, troppe volte, ma ebbe
ancora la forza di trascinare l'alba su di sé. Sarebbe stato un altro giorno,
un altro regalo, di quelli che non hai il coraggio di chiedere, ma che speri di
ricevere, prima o poi.
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