Il fuoco, il sangue, le viscere della terra mi appartengono
Non ho mai saputo gestire il dolore dell'anima
La carne offesa mi è indifferente
Lo spirito grida nell'assenza
Le parole ora biascicano
Stanche sillabe su labbra inerti
Costrutti verbali esangui alla ragione
Potrei essere morta e non cambierebbe
Ma le vene pulsano di vigore ancestrale
La vita chiama a ogni battito interiore
Tende un arco che ha perduto la sua freccia migliore
In cambio di un ciclo che non si può arrestare
Chiamo a raccolta lame affilate
Presto si compirà il fato
Ineluttabile è questo futuro
Non per gloria ma per amore ho indugiato
Cresce il giardino pieno di rose
È già l'ora di spargerne i petali
Il loro profumo inebria di essenza
Colui che è capace di coglierne il senso
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