Il piede
Non vorrebbe altro indugio
Queste lenzuola bianche
Macchiate
Che porto dentro
Soffocano il presente
Legano i miei passi
Sputo spine e petali appassiti
Attraverso occhi di nera iride
Velati da lucida palpebra
Ossidiana affilata
Giro il capo
Interrompo ciò che non vorrei
L'angolo mi blocca
L'urlo diviene più silente
Sgretola gli ultimi strati
Ora è solo lama che affonda
Dentro pozzi di tristezza
Caramellati di malinconia
Canditi come sassolini di catrame
In uno stagno di zolfo
Marchiati col fuoco inclemente
Dei desideri perduti
Vivrò un'unica vita
Senza lo scandire delle stagioni
Una carestia dell'anima
Ingrato inverno
Su pianure aguzze
Prima dell'ultima bufera
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