venerdì 8 luglio 2016

Un tempo mi chiamavano per nome - Dinka

 

Sai, non sono sempre stato così pezzente
Anche se a volte nemmeno ci credo 
So che un tempo non lontano
Ero come te 

Era bella la mia famiglia
Avevo un lavoro, lo stipendio a fine mese
Le vacanze programmate
Una casa e l'auto

Non so dirti come tutto è cambiato
Ricordo solo le bombe
E le gambe del mio vicino
In due punti troppo distanti
E il suo bambino steso
Sulla parabola del mio televisore

Quello che è successo dopo 
È solo incubo e terrore
Un rumore più forte
E stringevo i miei bambini
Che mi guardavano 
Con occhi di cielo
Stare al lavoro era tremendo
Pensavo tutto il tempo 
Al figlio del vicino
Appeso troppo in alto
Con la testa squarciata
Che gocciolava giù


II
Un giorno tornando da lavoro
Sentivo le bombe
Vedevo il fumo delle macerie
Mentre correvo a casa e pregavo
Pregavo che no, non fosse casa mia 
Tutta quella polvere nel cielo
Ricordavo i miei vicini e urlavo forte
Non so che pazzia mi ha preso
Ma quando ho visto i miei bambini
Bianchi di paura e di detriti
Ho preso quel che potevo 
Ho preso mia moglie
Ho preso i miei figli
E folle di terrore ho cercato un mezzo
Qualsiasi modo era ok se ci portava lontano
Dalle bombe, dai soldati, da quell'inutile guerra
Mai voluta, mai compresa


II
Ora siamo qui, poveri tra i poveri
Ci fanno sentire sporchi e ladri
Ci chiamano profughi, rifugiati
Un tempo mi chiamavano per nome
Sembra una favola
Ma un tempo avevo una vita normale

Tu dici: Siamo tutti poveri, oggi
Hai mai visto un campo profughi?
Hai mai dovuto guardare i tuoi bambini
Mentre gli manca tutto 
E tu non puoi dargli niente?
Sorridere fiducioso alla tua donna
Che ti guarda con occhi di silenzio
Conoscendo ogni suo singhiozzo
Represso tutte le notti 
Sotto la maledetta tenda
Che è l'unica cosa che possiedi
L'unica cosa tra la tua vita
E tutto quello che sta fuori
Sorriderle mentre vorresti sprofondare
Promettere te stesso al diavolo
Pur di vedere i tuoi cari fuori 
Da questo incubo senza data di scadenza


V
Nessuno di noi ha scelto tutto questo
Devo farmi forza ogni mattina
Per ricordare chi sono 
Mi ripeto che ho diritto a un pezzo di mondo 
Insieme ai miei figli
Lotto per loro a cui non so cosa insegnare
Perché in questo posto non c'è nulla da imparare
Allora gli racconto la favola del mondo ideale
Dove la vita di un uomo
Non dipende da pezzi di carta scritta
Di un mondo senza filo spinato 
Dei da pregare
Tutti i colori uguali 
Un mondo in cui ciascuno sceglie
Semplicemente di vivere e costruire

Racconto favole, favole ...
Fino a sfinirci
Mentre altri uomini in divisa 
Ci guardano da lontano



immagini dal web di Syria e Idomeni

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