Le era insopportabile quel peso dentro la pancia, tanto da desiderare aprirla. Estrarre fuori quel rettile che le cresceva a dismisura, da quando aveva rotto il suo guscio. Il suo essere famelico la divorava e appesantiva allo stesso tempo, poiché nulla si crea e nulla si distrugge. L'onda sinuosa era in continuo movimento, ma non si avvicinava mai alla bocca. Non aveva intenzione di andare via, tranne che alla sua morte, forse....
Lei sperimentava nuovi metodi perché fosse almeno sopportabile la sua presenza dentro di se, ma il rettile pretendeva tributi a ogni istante. La stava annientando. Non vi era che una soluzione: l'unica!
L'annullamento del sé non è cosa facile nemmeno per gli esseri più spirituali, ma se voleva tagliare i viveri a quell'essere senza rimanerne uccisa, era l'unica strada praticabile.
Riempì la stanza di candele, le dispose intorno a se, poi le accese tutte. Il posto dove stava per entrare era buio e insidioso, doveva avere chiaro il cammino. L'effluvio forte dell'incenso cominciò presto a stordirla. Si sedette sul parquet assumendo una posizione comoda, non poteva sapere quanto ci avrebbe messo a riemergere. Un ultimo sguardo alla foto che aveva deposto accanto al suo corpo. Al suo ritorno avrebbe rappresentato il suo legame con questo mondo.
Concentrò la sua mente, poi il suo spirito. Li allineò. Quindi tracciò i simboli con un dito nell'aria davanti a se e ne pronunciò il suono.
...... continua
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