ed era come pregare qualcosa questo vederli salire dal nulla
nel mio pieno stupore indovino
messi a lato del sangue
caduti
a
gocce
dal niente
vederli e sentirli ignari quasi sospetti venti di un amore pieno e baro accartocciati_incolumi_invisibili_
vederli e basta
feritoie d'una pioggia a memoria
una madre e un bambino oppure un vecchio padre ridersi nel dolore e fare casa_
almanacco_tela_sipario
sentirli invitti ossicini e colonne
falegnami del vento
sotto piccole dosi di cielo
quasi venissero dal tempo degli occhi
dalle mie tante orecchie
tirati via dai fondi marini
con i miei tanti piedi_a volare
e mi domando la specie dei sogni
le forme di una mano sul viso a continuare
tristezze d'acqua e pianure
corpi a curvarsi eppure
ritorni
regioni
incantagioni.
ne ho visti a grappoli nei dell'aurora
cadermi dritti nei palmi e ferirmi nel tempo di una sillaba
ne ho visti ridotti alle ossa roghi del pane e del vino
questa fame opaca e nitida fiamma del pensiero poesia che non si spiega
se
dopo tanto sognare
dopo tanto rileggere e inchiodare
al cuore
qualcosa
rimane
davvero
a difesa
oppure
scappa via
Ph dal web
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