Autore dell'opera Opsie |
E' sicuro che i cetacei così strutturati: pazienti, lungimiranti, equilibrati, sono mangiati da noi uomini.
Come sempre gli uomini mangiano tutto ciò che credono possa riempire le loro lacune.
Le balene ci scrutano da sotto gli oceani e, quando possono non si mostrano, temono i nostri arpioni lucenti i quali straziano inesorabili la loro carne.
Navi potenti costruite da noi uomini solcano i mari, le chiamiamo baleniere, non certo in onore del prezioso ed indispensabile cetaceo ma, così da distinguerle dalle altre navi, queste, le baleniere, servono per cacciare e trascinare le carcasse prive di vita delle balene.
Gli uomini mangiano le balene perché temono la loro saggezza, temono la loro forza, temono la loro lungimiranza.
Dalla prora della sua nave l'uomo scruta il mare.
E' sempre pronto a scagliare il suo lucente arpione contro il cuore della balena quando la vede uscire dall'oceano.
La balena è sicura che prima o poi gli uomini smetteranno di cacciarla, è sicura che prima o poi comprenderanno che il coraggio non si ruba al sangue dei forti ma, si forma nel cuore dei temerari.
Intanto, come una madre ostinata continua a farsi lacerare la carne dai nostri arpioni lucenti, paziente si farà trafiggere fino a che non troveremo in noi il coraggio che cerchiamo nella sua carne.
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