I tuoi cento figli
madre delle ansie,
sono caduti giovani
sparpagliati sulle strade come bulbi di fiore
coperti da stracci.
sono caduti giovani
sparpagliati sulle strade come bulbi di fiore
coperti da stracci.
E ai tuoi mariti
che non hanno più un
mestiere
hai tagliato l'acqua col
vino,
da ieri li guardi russare
sepolti
nel grembo molle
d'un altro mattino.
Così ci accompagni
mano nella mano
a noi seviziate creature tremanti,
lungo i verdastri corridoi d'ospedale
per le botteghe di cenci e in fila
mano nella mano
a noi seviziate creature tremanti,
lungo i verdastri corridoi d'ospedale
per le botteghe di cenci e in fila
nelle fabbriche dove il
ferro tace.
Tu che ci attraversi
madre delle ansie,
con il tuo aratro di nodi
alla gola,
il tuo solco di assassinii
di malattie, di fallimenti,
di solitudini.
Tu che sei lì fuori
dietro ai balconi sprangati
o nuda
sulle angosce di un padre o
cruda
nella conca vetrigna
dei nostri fragili occhi.
Madre,
che ti masturbi di sciagure
stravaccata sulla sedia a
dondolo,
madre con le dita affondate
nei pensieri del mondo.
ph dal web
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