giovedì 6 novembre 2014

Silvana di Girolamo da Stralci di me - Una come me


photo Digisilva
Ricordo. Quando ero piccola uno zio venuto da lontano mi offrì un gelato. Era al limone, quello vero, non fatto con il preparato come adesso. Avrò avuto cinque o sei anni. Quelli dei primi anni sessanta, quindi ero veramente piccola. Prima di svoltare l'angolo di casa cominciò a esortarmi a mangiarlo in fretta. Non voleva che i miei cugini vedessero, avrebbero potuto ingelosirsi, o dargli del taccagno, probabilmente entrambe le cose. 
Allora i gelati erano veramente "gelati". Io deglutivo e gelavo insieme al mio cono. Mi venne il mal di pancia. Ricordo che io manco lo volevo quel gelato, ma mio fratello disse "si" e mi trovai intrappolata. Perché per mio zio sarebbe stato un problema se avesse comprato il gelato solo a mio fratello. Cosa avrebbe pensato il gelataio? E i passanti vedendo quest'uomo camminare con due bambini di cui uno munito di cono e l'altra no? E non poteva certo dire a mio fratello "non ti compro più il gelato". Così dovetti mangiare il gelato che mi gelava e mi faceva male alla pancia. 

Ecco, è da questo che fuggo da tutta una vita. Questo dover fare le cose per forza, facendomi anche male. Tutto per delle stupide convenzioni sociali. Per paura!

Crescendo sono diventata la pecora nera della famiglia, del gruppo degli amici, della classe, dei colleghi. Sono una pecora nera non solo come figlia ma persino come madre, perché sempre inaspettatamente diversa. Quella che mette in imbarazzo, che ti costringe a riflettere perché  le sue risposte e le sue domande sono fuori dai canoni prestabiliti. (Una bambina non può rifiutare un gelato, e che diamine!) Ti guardano con quegli occhi che per un attimo hanno la lucina in fondo, che spengono subito dopo, la sopprimono come qualcosa di sconveniente e poco pratico. E cercano di sopprimere pure me che ho l'ardire di pensare a modo mio. Ti guardano come un elemento pericoloso. È così in fondo, sono un essere con cui non conviene avere a che fare, troppo impegnativo e anche rischioso. Chissà cosa potrebbe dire la gente a farsi vedere con una come me!


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