mercoledì 3 agosto 2016

Diario: Un giorno nei campi profughi - Dinka

#RefugeesWelcome #Freeborders #CarovanaXSalonicco #StayHuman

Sapevo che sarebbe stata dura. Mi sentivo in qualche modo preparata a quello che avrei visto, al senso di indignazione e impotenza che avrebbe penetrato le sinapsi fino a raggiungere il mio nucleo più puro e indifeso. Ma l'esperienza non puoi immaginarla prima, per quanto ci provi esiste sempre quella piccola variante che fa prendere al tuo pensiero una strada imprevista e si serve da se, senza il tuo parere. 
Stavo li partecipando,  osservando, assorbendo. Non distribuivo perché occupata a documentare il tutto con foto e video.
A un certo punto ho visto come una mappa tracciata da qualche parte dentro la mia testa in un punto imprecisato tra il centro del mio cervello e dietro agli occhi. Stava li e io potevo vederlo, un immenso disegno criminale e irreversibile di questa schifosa macchina disumana ma organizzata dove tutto si conclude nel modo voluto, collaudato e prestabilito, con una precisione e un meccanismo da accapponare la pelle perché comprendi subito quanto sia perfetto. Un annientamento totale e senza via di fuga: li bombardi, li costringi a diventare profughi, li blocchi da qualche parte con la scusa dei confini, li alieni, li confondi e indebolisci permettendo anche che venga spacciata droga pesante nei campi, deleghi associazioni varie alla raccolta delle donazioni delle quali solo una infinitesima parte arriva a destinazione mentre sul resto ci lucrano lautamente. Poi gli prendi i figli che gli restano in vita arruolandoli in una "guerra santa contro l'infedele" con l'illusione di un riscatto e una vendetta che immancabilmente si ripercuoterá sul resto del mondo, innescando un altro meccanismo perfetto e collaudato: la paura! Da qui alla conquista totale dei corpi e delle menti del resto della popolazione a mezzo della più che richiesta militarizzazione in nome della protezione è solo conseguenza.
La rabbia ha invaso l'anima, il cervello e mi ha ingorgato gli occhi.


Foto dg Dinka

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