domenica 18 gennaio 2015

Beirut Ovest - Silvana Di Girolamo



Era una notte araba, una notte d'azzardo. L'abito da sera frusciava luccicando, mentre cercavi di strappare la vincita a quei dadi. Ma il guanto ti fu infedele, lanciandoti un nove. La tua espressione rivelò il segreto del trucco trattenuto in quelle mani. Li seguisti sorridendo, per non trapelare la paura, quella che non ti spaventa quando sai che è l'ultima. Ti vidi scomparire inghiottita dal fumo e dall'agitare di mani e braccia nella bisca troppo pienaBeirut esplodeva anche di notte, mandando lampi di fragore, tremando la terra sotto le tue scarpe di seta. La tua mente escogitava piani che ti fremevano negli occhi e nei polsi. 
Quando aprirono quel cancello salutasti il mondo prima di entrare. Ma avevi ancora qualche ora da scomputare a questa vita, ore che ti saresti risparmiata. 

E mentre ti cercavo dentro quell'alba araba, tu eri già tra le urla dei feriti, ai margini del percorso che portava gli ultimi vip a casa, dall'ultima festa all'ambasciata. 

Ti trovai con il tuo vestito da sera ancora addosso, i tuoi guanti, le scarpe di seta. Solo un grosso rivolo rosso spezzava tutto quel nero sulle tue carni bianche buttate sul ciglio bombardato di una via devastata. Adesso eri un quadro perfetto, surreale e affascinante. Incongruo in mezzo a quell'inferno dove i carri armati delle forze di pace sostavano annoiati.

Ora, non potremo più ballare quel flamenco, Querida

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