lunedì 8 settembre 2014

Silvana Di Girolamo (Dinka) - Viaggio Astrale


Ed è un turbine che mi prende. Litri, quintali di acqua torbida, quasi solida, mi travolgono. Vortico in questo fluido denso che via via si fa sempre più limpido e fresco. Gira la mia testa. No! E’ tutto il mio corpo che gira. Tento di resistergli. Non posso. Mi sento come implodere e trasformare in un caleidoscopio gigante, fatto di piccole, innumerevoli parti. Ho tanta paura di perdere qualcosa di me … Tento di sintonizzare la velocità della mia testa con quella del corpo. Con uno sforzo di concentrazione estrema ce la faccio, raccolgo tutte le mie parti e le tengo insieme, saldamente. Ma è uno sforzo che mi consuma. Già nelle regioni più estreme di questa massa indescrivibile che mi avviluppa, vedo parti sfilacciate di me che si disperdono. E’ tutto inutile! Precipito! Dal buio profondo lampi accecanti squarciano la luce stessa. Voci e suoni nascono da chissà dove. Cerco di concentrarmi su una voce. Ecco, ci sono. So che quelle che sono abituata a considerare come le mie orecchie possono comprendere quei suoni, quelle voci. Urlo nello sforzo di carpire quelle parole sussurrate e al contempo gridate, di dare ad esse un senso. E, intanto, un pensiero nasce come una microscopica cellula pulsante, non so più se dentro la mia testa o altrove, dentro o fuori di me: PERCHE’? Perche sforzarsi di capire ? Non è forse meglio essere? Essere è qualcosa che non si può spiegare ma che tutti possono riconoscere. Non importa se perderò la mia individualità, io voglio, io “DESIDERO ESSERE”! Mi abbandono totalmente, lascio che corpo, mente, cosmo o quello che è facciano tutto da soli. E’ una sensazione fantastica ed allo stesso tempo molto reale. Ogni fibra, ogni particella del mio essere respirano all’unisono. La luce mi inebria e mi sostiene, tutto il resto è lontano e inutile, ormai. I pensieri vengono sostituiti da percezioni chiare, limpide, bellissime, in un modo che non comprendo, ma non importa. L’essere che fui mi parla: “Io non mi opporrò mai più, non lascerò nemmeno per una volta ancora che pensieri ed echi morte, consumati dall'ingordigia e dal tempo, condurranno la tua vita. Sei libera, adesso!”
Sento che non sono mai stata così me stessa come ora. Mi sento “piena”, non mi sento più sola, senza neanche sapere di essermi sentita sola. C’è un ordine magnifico in ogni cosa, tutto risplende senza accecarmi, tutto è intenso senza ferirmi, non ci sono più grida, solo una pace e un’armonia che non sapevo essere capace di provare. E’ così bello essere cullati come da bambini … Ma ecco che, senza rendermene conto, perdo di nuovo il sincronismo del mio corpo. Sento come un roboante click ..... tumtum … tumtum … tumtum …… batto più volte le palpebre e il cuore. Le Mie palpebre, il Mio cuore - Le palpebre ed il cuore del Mio corpo! - Smarrita e confusa mi guardo dolorosamente intorno. Il mare e' calmo nella minuscola cala e le piccole onde di una risacca lieve e dolce formano sbuffi di schiuma bianca. Michele mi guarda sorridendo e mi dice: avevi un aspetto così perfetto! Sembravi avessi trovato l’equilibrio con il TUTTO! Ti ho scattato una foto, guarda! Mi porge la macchina digitale ed io, confusa e ancora piena di sensazioni, guardo dentro il display, dove un essere che non riconosco giace con gli occhi chiusi e il sorriso sereno di chi finalmente ha capito di avere tutto.


ph Francesca Woodman


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