sabato 2 agosto 2014

Dinka - Stralci di me



Appartengo a quella generazione i cui genitori compravano un solo paio di scarpe a stagione ai propri figli, prendendole pure un punto più grande perche si sa, i bambini crescono in fretta. E siccome io sono cresciuta particolarmente in fretta, si pensava diventassi chissà quale valchiria. Arrivai ai dodici tredici anni sempre con tutto una misura o due più grande, tipo maniche della maglia ripiegate due e tre volte sul polsino, prima che i miei si arrendessero riconoscendo che più di li ormai non sarei arrivata. Ma la mia vera fortuna, anche se non sempre, fu di avere un fratello e non una sorella maggiore. Infatti nel secondo caso mi sarei potuta scordare del tutto di avere qualche cosa solo mia, che non provenisse dal guardaroba sorellaceo dell'anno prima! Già di mio fratello mi beccavo cartella e grembiule, i libri che allora non li cambiavano ogni anno, diverse maglie, spesso fatte ai ferri dalla mamma, con quelle orribili righe e trecce, la lana sempre un po infeltrita. 
Oggi parlavo con un mio amico, coetaneo, che mi raccontava con evidente contentezza che il figlio maggiore aveva un nuovo cellulare, di conseguenza lui avrebbe ereditato quello del figlio minore, il quale avrebbe preso il vecchio apparecchio del fratello. Una sorta di giro inverso, insomma! E ricordo sempre un mio professore che soleva dire: quando io ero piccolo comandavano i grandi; ora che sono grande comandano i piccoli e io non ho mai potuto comandare. 
Oggi comandano tutti e nessuno. Tutti quando c'è da prendere, arraffare, comandare. Nessuno quando c'è da prendersi le proprie responsabilità. 

ph dal web



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